12 gennaio 2007

Pena di morte dopo la strage di Erba?

Dopo l'ennesimo omicidio di un innocente, siamo soliti domandarci se non fosse il caso di ripristinare la pena di morte, che ci volete fare noi italiani siamo fatti così.

Era successo recentemente dopo l'omicidio del piccolo Tommaso Onofri, dove addirittura il pio Casini si era lasciato sfuggire una frase del tipo "so che è peccato, ma...".

I carcerati, a cui non si pensa mai se non per parlare di indulto, diventano una risorsa indispensabile, la nostra protesi armata pronta a compiere quello che tutti noi faremmo se solo ne avessimo la possibilità. Diventiamo quasi invidiosi di questa loro fortuna ed anche i giornali e le televisioni non si esimono dal ricordarci che i colpevoli sono in ottime mani e ci rassicurano, "là dentro qualcuno li punirà (per noi)".

Solo che tutto questo accade dopo la presa di posizione dell'Italia contro la pena di morte dopo l'esecuzione di Saddam Hussein pochi giorni fa e dove tutti i politici, (tranne i leghisti, che però non prendono posizione in questa vicenda, in quanto i mostri sono di origine padana), si sono battuti per mostrarsi pià caritatevoli e cristiani possibile ribadendo che gli italiani sono contro la pena di morte. Ma sarà vero, veramente?

Anch'io, che sono sempre stato contro la pena di morte, dopo l'uccisione di Tommaso Onofri, e adesso dopo l'omicidio del piccoloo Youssef ho cominciato a farmi delle domande sull'argomento.

Io non vorrei mai che una persona che, lucidamente è stata capace di guardare negli occhi un bambino e di sgozzarlo come un maiale, possa un giorno, grazie alle attenuanti, al rito abbreviato o alla bravura di un avvocato, essere rimessa in libertà e per non rischiare e comunque mantenere coi soldi pubblici degli ignobili assassini per tutta la loro vita mi domando se in casi come quello di Erba dove l'omicidio è accertato, dove l'omicida ha confessato, e nel confessare non ha dato nessun cenno di pentimento, mi chiedo, se non si possa ripristinare la pena di morte solo per lui/loro. Una sorta di legge sulla pena di morte "Ad Personam".

E' una provocazione... ma anche no, parliamone.
Prof.Spalmalacqua

6 commenti:

Associazione ImperiaParla! ha detto...

No. Basta il carcere a vita, ma a vita sul serio.

Prof.Spalmalacqua ha detto...

Però il car ere a vita in Italia non esiste. Prima o poi escono tutti e senza essere stati riabilitati. Come Luigi Chiatti che ha dichiarato di non essere guarito e se dovesse uscire (e uscirà perché ha anche ricevuto lo sconto di pena grazie all'indulto)lo rifarebbe.

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Per quello che ho detto "quello vero". Per ergastolo non intendo trent'anni, ma ribadisco: fino a morirci.

Anonimo ha detto...

Scrivo un po' in ritardo, perchè ho voluto seguire in modo approfondito lo sviluppo e il triste epilogo della vicenda. Sono sempre stata, in linea di massima, favorevole alla pena capitale, certo per punire reati gravissimi che non si possono spiegare con la semplice "infermità mentale" dell'assassino. Non mi sento un cittadino "incivile" per questa mia posizione estrema, ma ultimamente mi sono posta interrogativi morali che prima non consideravo affatto. Non so se sia effettivamente giusto che lo Stato possa sostituirsi alla "vera" giustizia, che prima o poi giudicherà tutti noi. I coniugi di Erba (non parliamo per favore di personalità border-line e della società odierna, ingiusta ed egoista) sono puramente e semplicemente devastati dal male, dalla cattiveria più bieca, che non li porta nemmeno al pentimento. Bene, ci arriveranno, prima o poi. Perchè vivere una vita intera in una cella, senza più il "tepore" della loro immacolata casetta e in compagnia di persone che staranno loro col fiato sul collo (gli altri carcerati, intendo), non sarà una vita, ma l'anticamera dell'inferno, che li attenderà non appena la loro esistenza terrena sarà conclusa.

Anonimo ha detto...

Io non sono mai stato a favore della pena di morte, ma non posso fare a meno di pormi certe domande davanti a delitti particolarmente efferati come quello di Erba... prendete Minghella: fu condannato all'ergastolo per avere ucciso quattro donne (una era in realtà una ragazzina di soli 13 anni), dopo 17 anni lo hanno fatto uscire in semilibertà e quattro ore al giorno in cui non era controllato gli sono bastate per massacrare altre sei poveracce... se Minghella a suo tempo fosse stato giustiziato, ora quelle poveracce sarebbero ancora vive, e questo è un fatto... dovendo scegliere tra due cose comunque non piacevoli (la morte di un uomo, anche del peggiore, non fa mai piacere), e cioè la morte di Minghella o quella per sua mano di sei poveracce, non ho alcun dubbio...

Emilio Moles

Anonimo ha detto...

ciao a tutti i visitatori di questo webloag,io mi sentivo un po perduta sul web mentre cercavo [url=http://www.ministryofcannabis.com/it/semi-di-cannabis-femminili.html]semi di cannabis femminili[/url] ed a un certo momento mi sono ritrovata qui ed ho pensatodi chiudere la pagina poi ho desistito e sai che non è stato tempo perso. a presto!